Il tema del VIAGGIO: Spunti e riflessioni: ITACA

 
Prof. Domenico Crea

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Il tema del Viaggio : Spunti e riflessioni.

 
ITACA

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d’incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.

In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro,
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga,
che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:

Negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre,
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d’ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca,
raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso ,
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantinos Kavafis


Bella e profonda questa poesia, scelta per introdurre il tema; mi è piaciuta tanto tanto!
L’autore afferma che in realtà gli ostacoli che incontriamo, sono creati o ingigantiti dal nostro cuore.
Essi però spariscono se il nostro pensiero ed il nostro obiettivo diventano nobili ed alti, e se eliminiamo la loro presenza dall’animo.
Questo presumibilmente è un consiglio che Costantin Kavafis vuole dare a coloro che si sono appena incamminati verso Itaca, i più giovani: molte sono le paure che ci assillano, i dubbi che dobbiamo risolvere.
La poesia è stata scritta nel 1911, quando egli aveva 48 anni: è evidente che il poeta, avendola percorsa, conosceva la via per la sapienza, che ha voluto trasmettere alle nuove generazioni attraverso questa poesia.
Il racconto, vero o immaginario, di un viaggio è un tema universale, presente nella letteratura di tutti i popoli, con diversi significati a seconda delle epoche, delle culture e degli autori.
Il fascino di questo tema va ricercato nella sua capacità di rispecchiare il cammino dell’uomo alla scoperta del mondo e di sé, e di comunicare una complessità di esperienze e di emozioni vissute sulla propria pelle.
Ecco allora l’avventura di chi parte perché costretto, o per desiderio di conoscere, o alla ricerca o conquista di qualcosa :
-Gli Argonauti che partono alla ricerca del vello d’oro;
– il cammino errabondo e faticoso di Mosé, alla guida di un popolo verso la terra promessa;
– il ritorno a casa, dopo tante peripezie,come quello di Ulisse;
– L”Anabasi”, uno dei testi base della letteratura greca, dell’ateniese Senofonte , che dopo l’ infausta sconfitta di Cunassa, guidò i superstiti per riportarli in patria, e poi scrisse il racconto di quell’emozionante viaggio di ritorno;
-il doloroso distacco di chi è costretto a lasciare le cose più care, come il pastore Melibeo della I Bucolica virgiliana;
-L’Eneide, il viaggio di chi è costretto a fuggire dalla propria per fondare una nuova Patria per sé e per il suo popolo, come Enea;
-Molti altri, di cui parlerò in seguito.

Intraprendere un “viaggio” , quindi, fino all’età moderna, significava accettare il rischio di imbattersi in situazioni di pericolo, per lo più incognite, che consentono però all’uomo di mettersi alla prova, di acquisire maggiore consapevolezza di sé, nonché migliorare la propria conoscenza del mondo.
Talvolta l’idea del viaggio evidenzia l’inquietudine e l’insoddisfazione dell’uomo di fronte alla monotona sicurezza del trantran quotidiano.
Esso, pertanto, quasi sempre risponde ad un’ inderogabile esigenza dello spirito, avido di nuove esperienze, al fine di acquisire una sempre maggiore e più vera consapevolezza del proprio Io.
Perciò il viaggio spesso può essere anche solo immaginato, inventato, di pura fantasia!
Viaggiare è oggi soprattutto sinonimo di arricchimento culturale, di svago, di piacere, in buoni hotels e ristoranti, ma nell’antichità il viaggio era considerato come una punizione divina , in quanto, soprattutto quello per mare, comportava pericoli, fatiche e molti rischi, non ultimo quello di lasciarci la pelle.
Il tema del viaggio ci offre perciò l’opportunità di considerare tutte le implicazione in esso insite: avventura, ricerca di sé , prova, vittoria, esilio, morte; in definitiva, una metafora della vita stessa.
Esso evidenzia, infatti, sia il rischio del distacco dalle proprie, anche se misere ed a volte dolorose certezze, ma soprattutto la speranza di una vita diversa e nuova; perciò in quella irreversibile, netta dicotomia è riscontrabile tutto il fascino di una, a volte inevitabile, a volte desiderata, temeraria decisione.
Il primo viaggio di cui, per grandi linee, prossimamente mi occuperò, sarà quello descritto dal greco Senofonte nell’ANABASI.

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