G. Cantisani :Intervista al prof Crea per i 20 anni di Comunalia(da Faronotizie.it)

Da FARONOTIZIE.IT    Anno VI- n° 61    Giugno 2011
I PRIMI VENTI ANNI DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE COMUNALIA (1991-2011)
Comunalia compie 20 anni.
Un traguardo che merita di essere ricordato.
di Giuseppe Cantisani

Era l’ottobre del 1991 quando venne costituita l’associazione culturale Comunalia, su iniziativa di:
Domenico Crea e Beniamino Savaglio, ideatori, e di altri 8 soci fondatori (Giuseppe Cantisani, Carmine Armentano, Franco Alberti, Franco D’Alessandro, Agata Sangiovanni, Biagio Armentano, Francesco Aronne, Ottavio Santulli). Comunalia nacque conlo scopo principale di promuovere momenti di aggregazione per la comunità del paese sia attraverso attività culturali e ricreative sia riproponendo eventi legati all’antica cultura popolare, alle tradizioni, riti, festività e giochi collettivi.
Tradizioni che erano ancora ben conservate nella memoria dei più anziani ma ormai prive, spesso, delle loro manifestazioni pubbliche.
Comunalia, in quel momento, rappresentò una novità nel contesto sociale e culturale di Mormanno perché si proponeva di realizzare un lavoro di ricerca sistematico ed approfondito, con la collaborazione di più persone organizzate in una struttura con programmi e obiettivi il più possibile definiti e cercando di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini.
Il primo esempio fu l’organizzazione del quiz a premi “la sfinge” che si teneva presso il seminario vescovile e vedeva protagoniste squadre che si sfidavano su domande di cultura generale.
Negli anni successivi vennero proposte:
– la rappresentazione del presepe di quartiere;
– la riproposizione delle antiche cantine, l’otto dicembre giorno di “Perciavutti”, per la degustazione del vino novello.
Si pensò inquadrare queste manifestazioni nell’ambito di una competizione tra “Quartieri storici” e fu proposta,originariamente, una suddivisione del paese che comprendesse sia gli antichi rioni che le zone sviluppatesi più recentemente: Costa (il colle più antico), Casalicchio, Monte, Capo Lo, Serro, Torretta, S. Maria Goretti . Ogni quartiere aveva il proprio Gonfalone, gli stemmi, i colori. Vennero istituite le figure dei Quartiermastri e dei Capitani che dovevano essere i riferimenti, le guide per la gente del quartiere coinvolta nella preparazione dell’evento.
Una giuria valutava i presepi e le cantine, assegnando un punteggio che tenesse conto dei seguenti parametri:
– per i presepi: aderenza ai Vangeli, capacità di espressione della religiosità, originalità della scenografia, tipicità delle figure e dei personaggi;
– per le cantine: valore estetico, bontà del vino, buffet, cordialità, festosità.
Nell’anno 2000 l’attività di Comunalia si intensificò.
Su idea del Crea, l’associazione propose una libera rappresentazione rievocativa in costume dell’evento storico “La donazione del 1101 del territorio di Mormanno da parte di un feudatario normanno al vescovo di Cassano Jonio”.
Fu allora, prendendo spunto da questo evento storicamente documentato, che nacque l’idea di dare una cornice medievale alle varie manifestazioni, una ambientazione che facesse da scenografia, da“sfondo”, senza la pretesa di assoluta fedeltà storica. Nacque la “serata medievale” che si svolgeva la sera stessa della rievocazione (in genere nella settimana di ferragosto): il paese, illuminato da fiaccole, veniva addobbato ricreando ambienti e atmosfere di quel periodo; era teatro di un mercatino notturno e venivano allestite aree con panche e tavoli su cui consumare un “panino cu savuzizza arrustuta”. Durante quel periodo i quartieri, non più 6 bensì 4, si misuravano anche in una serie di gare di abilità che ricordavano i mestieri di una volta a Mormanno:
– Cògghì e scògghì   –   Sèrra trunchèttu   – Carùsa pècura  – Tìru cù  l’àrcu
aggiudicandosi per ciascuna punti utili all’assegnazione di un palio che consisteva in uno stendardo 70×100, con fondo écrued alla base frange rettangolari, raffigurante l’antico stemma di Mormanno ed in fondo la scritta “Comunalia”. La premiazione del quartiere vincitore avveniva durante la festa di S. Rocco, patrono del paese.
Il coinvolgimento fu ampio e gran parte della comunità partecipò attivamente alla preparazione della sfilata, dei costumi, all’allestimento del paese per la serata. Pertanto si può sicuramente parlare di un’associazione viva, che ha cercato di inserirsi ed agire nel tessuto sociale del paese, proponendo attività aggreganti per la cittadinanza e il recupero di alcune delle antiche tradizioni inserendole nella cornice di manifestazioni collettive. Un operato, a mio parere, apprezzabile, ma se ed in che misura sono stati raggiunti gli obiettivi iniziali, è necessario chiederlo a chi l’ha concepita.  Per questo ho rivolto alcune domande al presidente onorario di Comunalia  Domenico Crea.
Come nacque l’idea di Comunalia?
Anzitutto, carissimo amico e Socio Fondatore, grazie per l’intervista.
L’idea dell’Associazione culturale “Comunalia” nacque in un contesto sociale caratterizzato da un atteggiamento generalmente poco attento nei confronti di iniziative culturali e di aggregazione collettiva.
I guasti delle aspre contrapposizioni politiche avevano creato profonde lacerazioni del tessuto sociale, motivo per cui io (e credo anche tu) preferii allontanarmi dalla politica militante, perciò pensammo ad una Associazione apolitica in grado di favorire la partecipazione di quante piu’ persone possibili ed infatti la nostra “Comunalia”(cose comuni a tutti) contò subito un centinaio di famiglie iscritte, e ne coinvolse almeno altre 500!  D’altra parte alcuni di noi, ideatori e fondatori, eravamo ben consci che la sola socializzazione da “struscio” o da “bar” non sempre diviene, per giovani e meno giovani, un’occasione di crescita significativa sul piano umano e culturale. “Comunalia”, quindi, si proponeva come momento di aggregazione, per far rivivere quell’antico sentimento di compartecipazione dei “vicinanzi”, tipico di Mormanno, promuovendo inoltre iniziative di sfide culturali, ricreative, artigianali, di ricerca storica, e di recupero delle tradizioni, che potessero creare un non fugace interscambio fra le diverse componenti della nostra comunità, al fine di favorire una crescita culturale e sociale, soprattutto dei giovani, nonché economica per l’intera comunità.
Perchè la scelta del Medioevo come periodo storico di riferimento per l’ambientazione di alcune delle manifestazioni storiche?
Se ben ricordo, fu una mia scelta, essenzialmente per dare a Mormanno una caratterizzazione unica, in quel momento, in un vasto comprensorio, al fine di esercitare un’attrazione caratteristica, più valida ed appetibile turisticamente, vuoi anche poi per legarla alla Donazione del 1101, vuoi perché in quel periodo facevo ricerche sul Medioevo. C’era anche l’idea di ripristinare alcune “isole medioevali” all’interno del Centro storico e di richiamare l’aspetto medievale nelle varie manifestazioni più importanti dell’intero anno. Oggi il Medioevo lo adottano un po’ tutti i paesi vicini; Mormanno, forse è più corretto dire “Comunalia”, l’ha sottovalutato e frettolosamente liquidato. Ma io pensavo di andare anche avanti, tant’è che una delle mie idee era rappresentare, in quadri da svolgersi in diversi luoghi, la rivolta del 1866, compreso il bacio alla “Priturina” e la condanna di “Santucristofalu” con la battuta al Giudice.
Com’è nata la scelta di suddividere il paese in quartieri?
L’idea fu dell’altro ideatore, Beniamino Savaglio, cui va anche il merito della scelta della loro caratterizzazione (Quartiermastri, Capitani, Stemmi, Palio,ecc..).Fu davvero un periodo di feconda e continua collaborazione! Io elaborai in dialetto lo ”Strumentu di bbona vinùta” per le famiglie iscritte (difesa del dialetto), insieme creammo i personaggi del Corteo storico, e tanto altro. Grazie anche all’incoraggiamento ed alla collaborazione di Voi Soci Fondatori, dei Quartiermastri, dei Quartieri tutti.Le gare tra quartieri e la conquista del Palio avevano lo scopo ditenere sempre alto lo spirito di appartenenza e tenere sempre alto il tasso di qualità di ogni attività (gare, manifestazioni, ecc,,), di alimentare la tensione a far sempre meglio.
Quali sono, a tuo parere, i principali obiettivi raggiunti? Ti puoi ritenere soddisfatto e gratificato, ad oggi, da questa esperienza
Io avevo questo sogno dentro di me già da un po’ di tempo, ma non trovavo i mezzi per realizzarlo. Quando la gente però avverte questo sogno dentro di te e la grande voglia di attuarlo, ti segue e sogna con te e fa di tutto per portarlo avanti, ed a volte ti aiuta e ci riesci. Perchè la vita è permeata di fantasia e sogni, che ci consentono di superare la banalità e la monotonia del quotidiano, e spesso ci ricaricano di entusiasmo in tutte le nostre attività e favoriscono il progresso. Certo non si può sempre prescindere dalla realtà, ma se non si osa non c’è progresso in tutti i campi. Dopo il grande successo della sfida culturale de “La Sfinge” e la straordinaria sfida di abilità artigianali espressa ne “I Presepi di quartiere”, la spinta un po’ si affievolì, anche per la non grande disponibilità (preferisco usare questo eufemismo!) di alcuni amministratori locali e zonali, che non colsero la validità di quell’idea. Soltanto, infatti, con un generoso contributo da parte di un personale amico Assessore Regionale, nel 2000 riuscimmo ad attuare la Rievocazione della Donazione con il Corteo in costume medioevale (che esaltante esperienza quei vestiti disegnati da Pina Capalbi!), con entusiastica e notevole partecipazione, nonché la prima edizione di “Perciavutti”, in ambiente Medioevale (da tempo abbandonato). Perciò non tutti gli obiettivi si sono sviluppati come previsto, anche perchè, come al solito, masochisticamente, alcuni,nall’esterno soprattutto, ma anche all’interno ( in questo caso forse involontariamente), hanno remato contro !
Ma, caro amico Giuseppe, nonché prof. Cantisani, “panta rei”, citando Eraclito. Forse oggi si è anche affievolita la spinta alla conoscenza del nostro passato, al recupero di lontane tradizioni, alla consapevolezza di sentirsi coappartenenti alle medesime radici culturali. A distanza di 20 anni, però, lo ammetto, il bilancio è per me più che positivo. Quindi anche se tutti gli obiettivi non sono stati pienamente raggiunti, l’ideazione e la prosecuzione di questa Associazione rimangono valide, e ritengo che la forza intrinseca all’Associazione di riguardare con nuova voglia al proprio passato potrà essere un valido aiuto per allontanare il pericolo di un progressivo degrado culturale e di perdita di tradizioni e vitalità della nostra Mormanno.”
Concludo augurando lunga vita a COMUNALIA, al cui Presidente pro-tempore Luigi Perrone faccio dono del manifesto di costituzione dell’associazione, con l’auspicio che, nel tempo, si possano perseguire tutti gli obiettivi indicati nello statuto che impediscano l’oblio della nostra storia e del patrimonio culturale di questo antico borgo.

Leave a comment

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *