Signore e signori buonasera,
come rappresentante de “I Democratici” ma soprattutto quale Assessore alle Politiche Sociali di questo Comune non posso se non salutare positivamente l’iniziativa del Movimento Femminile dello SDI di organizzare questo convegno sulle Pari Opportunità, in quanto ogni iniziativa che ponga all’attenzione generale le esigenze sociali della nostra comunità avrà sempre la mia totale adesione.
Anche questo tema della condizione delle donne qui a Mormanno era nella mia agenda, ma in questi circa 5 mesi di attività come Assessore ho preferito, lo confesso, attenzionare le situazioni di quelli che sono i più deboli, nella convinzione che se una comunità sa occuparsi dei più deboli è una comunità che certamente saprà degnamente occuparsi anche degli altri soggetti.
Così i miei interventi iniziali si sono concentrati sulle condizioni dei portatori di handicap e delle persone a rischio di emarginazione sociale ed economica.
Per i primi ho anzitutto presentato alla Regione un progetto di aiuto alla persona, e mi auguro che sarà finanziato nella sua totalità.
Per i secondi, utilizzando 100 milioni dell’avanzo di amministrazione, ho predisposto un progetto di Borse lavoro, che prenderà il via fra tre giorni e che vedrà impegnate in lavori utili per la comunità circa 35 soggetti a rischio di emarginazione economica e sociale.
Questo progetto ha rappresentato una riconsiderazione radicale delle forme di aiuto da parte dell’Ente locale.
L’assistenzialismo fine a se stesso, anche se occorre fare talvolta dei distinguo, non riesce più a pagare in termini di benefici, in quanto non crea alcuna condizione positiva nel ricevente, se rapportata all’obbiettivo primario di quest’ultimo, che rimane quello di sentirsi un soggetto attivo nell’ambito della comunità , inserito in un contesto di lavoro che gli ridia la dignità e la forza di riprendersi.
Ho ritenuto perciò più opportuno indirizzare sia le risorse finanziarie che umane su un nuovo modello di aiuto socio-assistenziale, attraverso specifici strumenti di inserimento sociale e lavorativo, anche se provvisorio e a termine, con particolare attenzione alle donne, soprattutto a quelle con bambini inferiori ai dieci anni.
Adesso qualche breve considerazione sul Convegno di oggi. Se si pensa che la rivendicazione femminile sulle pari opportunità si riduca a certe manifestazioni dei movimenti femministi, spesso chiassose e provocatorie, comunque utili per attirare l’attenzione dei mass media, ci si sbaglia di grosso.
La questione, infatti, presenta problemi umani e sociali di tale gravità, che non può non coinvolgere qualsiasi persona democratica, ragionevole e responsabile, soprattutto se impegnata a livello politico o amministrativo.
La questione femminile è nata in nazioni in cui prima delle altre ha avuto luogo la rivoluzione industriale, e questa grande trasformazione ha stravolto la tradizionale immagine della donna ed ha dato a gruppi sempre più vasti di esse la consapevolezza di essere state relegate in ruoli subalterni, ha svegliato in loro la coscienza delle proprie potenzialità umane e delle loro possibilità sociali.
Attraverso dure lotte hanno conquistato il diritto di voto ed il riconoscimento della parità dei diritti nel campo del lavoro.
Ma molto resta ancora da fare : sono da risolvere tutti i problemi del lavoro a domicilio, in quanto ancora pesa sulla donna l’immagine di casalinga “per essenza e per natura” per cui la donna si trova a dover svolgere un duplice lavoro: quello in fabbrica o nei campi o in ufficio o a scuola ed il lavoro a casa.
E se a queste gravi disparità sociali si affiancano poi tutte le sofferenze psicologiche derivanti alle donne da pregiudizi storici, allora ci rendiamo davvero conto di quali pressanti realtà umane ci siano dietro ai movimenti per i diritti, la totale emancipazione e le pari opportunità, in tutti i campi, della donna.
Perciò una discussione approfondita sulla condizione della donna di oggi è la forma di impegno più serio che una politica coerente e non evasiva deve assumersi. La vita è stata ed è difficile per tutti gli uomini, ma essa è stata ed è ancora più difficile per la stragrande maggioranza delle donne, che nella vita hanno svolto , e spesso ancora svolgono, i ruoli più umili , i lavori meno gratificanti, senza riconoscimento da parte della società e spesso dagli stessi familiari (in quanto si pensa che quello era loro “dovere”).
Oggi, soprattutto in questi ultimi anni di governo di centro sinistra e grazie all’impegno del ministro Livia Turco, le cose stanno mutando in meglio.
Ma se guardiamo indietro, c’è da dire che il merito di questi miglioramenti va quasi totalmente alle stesse donne ed ai loro movimenti.
E tra questi un posto di primo piano spetta ai movimenti di ispirazione laica e socialista, anche se nel mondo cattolico – da Max Scheler a Maritain, da Mounier a Giovanni XXIII – non sono mancate, e non mancano con questo Pontefice, significative prese di posizione, che considerano la donna intrinsecamente e metafisicamente pari all’uomo e perciò rivolti alla promozione della donna e quindi della società tutta di cui ella oggi è la magna pars.
Qui a Mormanno sicuramente resta ancora qualcosa da fare, anche se mi sembra che la condizione della donna abbia subito negli ultimi tempi significativi miglioramenti.
Comunque sarò ben lieto di accogliere suggerimenti e proposte che verranno da questo convegno per far si che questa nostra civile, laboriosa, attenta e sensibile comunità , ricca di cultura, di operosità, di impegno sociale provenienti in buona parte dal mondo femminile, possa sempre più offrire pari opportunità a tutti i suoi soggetti.
Concludo augurando buon lavoro e splendide opportunità a tutte Voi, altra metà del cielo.