Liceo scientifico Mormanno :1° Giornata dell'Ex - Prof CREA:Relazione Introduttiva

Il mio saluto iniziale non può che essere un caloroso”bentornati”nella Scuola che è stata per voi ex alunni il luogo dove per cinque anni avete trascorso buona parte della vostra esistenza giovanile e, per voi ex Insegnanti, il luogo dove avete esplicato la vostra attività docente. Dal momento che siete qui,devo dedurre che non si sia trattato di un’esperienza negativa; mi auguro invece che siate pervasi da un pizzico di nostalgia. Per molti di voi la sede di frequenza e di insegnamento non è stata neppure questa, ma la vecchia sede,certo più disagiata,forse per alcuni aspetti al limite della decenza. Ricordo quasi con compiacimento alcune infuocate assemblee,con nutrite schiere di genitori,con il Preside Amato,presente per appoggiare la richiesta giusta e sacrosanta di una nuova sede. Da allora ne è passata acqua sotto i ponti! Abbiamo poi avuto questa nuova sede,che via via si è andata arricchendo di attrezzature(laboratorio e biblioteca,anche se minimi)e di nuove attività, come quella sportiva,di iniziative culturali,come la giornata ecologica,di viaggi d’istruzione sempre più interessanti, per giungere alla manifestazione odierna. L’intento di questo incontro,di questa giornata dell’ex,è per me quello di verificare e riaffermare sempre di più il ruolo culturale ed educativo svolto da questo Liceo nella comunità mormannese dal 1970 ad oggi. Essendo stata fino a poco tempo fa l’unica Scuola Superiore di 5 anni in Mormanno, non c’è alcun dubbio che il Liceo abbia svolto un ruolo culturale ed educativo trainante,permettendo a tanti giovani di acquisire in loco un’istruzione di grado superiore ed offrendo un servizio importante alla comunità, sulla quale questi giovani hanno poi riverberato la loro cultura,incidendo profondamente sulla crescita sociale,economica e politica di Mormanno. Grazie a tutti i Colleghi che hanno esercitato ed esercitano la funzione docente in questo Liceo, si è sempre favorito il dialogo e praticata la tolleranza,si sono affrontati spesso con grande libertà anche temi spinosi di politica o del sociale,nella convinzione di favorire la capacità di vedere ed approfondire tutti gli aspetti della vita,strettamente legati gli uni agli altri da infinite relazioni. Chi è stato abituato ad agganciare le conoscenze alle tematiche della vita,a cercare e ricercare tutte le possibili relazioni che si possono stabilire tra di esse,non subirà mai passivamente impressioni e suggestioni della vita. In tal modo egli impara a vivere da persona colta ed intelligente i fatti,gli episodi,gli atti che rientrano nella sua esperienza quotidiana e li trasforma in contenuti culturali. Cultura, infatti, a mio avvso, non è un insieme di nozioni,ciascuna delle quali dotata di una natura autonoma ed immutabile; la cultura è piuttosto una “qualità spirituale” che,pur applicata a dei contenuti della nostra conoscenza, si esplica soprattutto come capacità di stabilire tra essi dei rapporti che li modificano a voltè profondamente e che,insieme ad essi,costituiscono delle realtà mentali del tutto nuove. Solo una tale formazione fa acquisire agli allievi il senso vero e profondo della realtà sviluppando in loro la disponibilità intellettuale, fondamento di ogni altro sviluppo della disponibilità stessa sui piani affettivo,sociale, economico,politico, necessaria ed indispensabile “forma mentis» per vivere in una democrazia partecipativa. Un tale risultato di istruzione è il solo che possa servire ai giovani per la vita,perchè riesce a stabilire una continuità tra la loro preparazione scolastica e la loro esperienza personale. Altrimenti I’istruzione scolastica si risolverà in una specie di “sovrastruttura”,in tutto o in parte distaccata dagli interessi e dalla personalità dei giovani. Queste capacità, traguardo finale della Scuola Media Superiore,non possono prescindere da approfondite conoscenze o dalle tanto denigrate “nozioni”. La sfera della libertà e dell’autonomia riguarda la formazione del carattere,il raggiungimento di scelte responsabili di vita, dei convincimenti religiosi, delle valutazioni morali. Per quanto riguarda invece l’acquisizione di capacità,di abilità,di competenze, le “nozioni” devono essere precise,quantitativamente sufficienti, pertinenti. Qui nella scuola le competenze si acquisiscono apprendendo cosa si deve fare e come lo si deve fare; qui le capacità si conquistano attraverso l’esercizio paziente e faticoso. Compito preciso del docente è guidare gli allievi nel campo della disciplina e delle regole. E’ assolutamente indispensabile che i giovani vengano resi consapevoli di questo fatto e di queste differenze e che vengamo educati a provare nello stesso tempo l’orgoglio della loro autonomia sul piano dei valori e quello della loro capacità di superare la prova della disciplina e della regola sul piano delle conoscenze e delle capacità. Ciò che un adulto deve “sapere”per potersi validamente inserire nel mondo d’oggi è così complesso che non si può più raggiungere senza una forma sistematica di istruzione, che solo la scuola può offrire. Certo la Scuola Superiore odierna non è all’altezza di questo compito per gravi carenze programmatiche strutturali, organizzative, ecc.., dovute anche alla mancata attuazione della fantomatica riforma. Perciò incide ormai nella formazione dei giovani molto meno che nel passato, soppiantata dai mass-media,primo fra tutti la televisione. I contenuti di questa, nuova “cultura”,o meglio di questa nuova “incultura”,sarebbero una miscela di temi di svago,accostati e cuciti insieme con il filo dei desideri e poi mitizzati. Tra i più sbandierati ed accettati, troviamo i miti della giovinezza,dell’amore,del successo,della velocità e della felicità presente, ai quali si ricollegano la moda dei consumi, il sesso,il divismo,il gioco,gli hobby ed il tempo libero da vivere in modo intenso e spettacolare. Per dirla con il Fromm,questa nuova cultura di massa è il trionfo dell’ “avere” sull'”essere”, con tutte le conseguenze negative che ne possono derivare. Dobbiamo stigmatizzare i tentativi e le tesi di “descolarizzazione” che oggi sono presenti nella società. La scuola non è un settore separato dalla vita,non è solo un’organizzazione ed un’istituzione,bensì coincide,se rettamente intesa,con l’educazione e,perciò,con il diventare e l’essere uomo. E’ compito arduo in queste condizioni ma per certi aspetti anche esaltante per noi educatori. Nella società attuale c’è confusione tra ciò che è importante e ciò che è privo di ogni significato. In una società povera di valori morali è difficile per i giovani costruirsi degli ideali in cui credere,per cui sono disorientati in un mondo di adulti che non hanno certo dato esempi positivi del tutto. Nei sedici anni di vita di questo Liceo ho visto crescere tanti allievi e posso dire che qualcosa è cambiato nel tempo. I giovani di oggi mi sembrano alquanto di versi,mi sembra che in essi emergono di meno caratteri ben definiti corrispondenti ad una forte personalità, ma sembrano più omogenei, anche nella diversità. Nei giovani allievi della prima metà degli anni settanta, riscontravo il desiderio e la volontà di affermare qualcosa per cui valeva la pena di lottare,sia pure in modo massimalista e velleitario,confusionari nei valori e nei metodi. Oggi non potendo più guardare con serenità ad un futuro incerto i giovani sì limitano a vivere in modo edonistico il presente,di cui spesso non riescono neppure a cogliere il significato, Oggi c’è molta indifferenza verso i problemi di natura politica e sociale, si preferisce impegnarsi in tematiche più generiche come l’ecologia o il pacifismo, che possono essere diffuse senza bisogno di essere vissute con una profonda rispondenza interiore. Non è un giudizio che si adatti a tutti, ovviamente; per fortuna ci sono le eccezioni: Quelli che credono ancora che possa realizzarsi una società più autenticamente a misura d’uomo e più giusta. In questo mondo consumistico che spinge all’egoismo, molto spesso nei giovani si riscontra invece il senso della solidarietà,molto positivo,e la schiettezza dei rapporti interpersonali, il cameratismo ed il rifiuto di ogni ghettizzazione. Tocca alla Scuola,oggi come ieri,far sì che queste positività non vadano disperse, dando ai giovani la possibilità di vivere e di essere autenticamente se stessi soprattutto nella scuola,anche quando,come in questo momento,non c’è molta chiarezza ed i valori autentici stentano ad emergere, e c’è invece una diffusa sfiducia nei confronti delle Istituzioni. Pur con i nostri limiti,con le nostre manchevolezze,osiamo pensare e sperare che tutti i Docenti di questo Istituto, soprattutto quelli che da anni sono un preciso punto di riferimento,abbiano favorito un clima sereno e proficuo all’ instaurarsi di un dialogo educativo finalizzato alla crescita culturale degli allievi, rifuggendo l’autoritarismo ed affrontando le problematiche con mentalità aperta al nuovo,nella convinzione che il cammino verso una vita più democratica e più autenticamente umana e civile non può fondarsi sull’autoritarismo,di qualsiasi tipo,perchè esso porta inevitabilmente alla perdita delle libertà individuali,politiche,sociali e, soprattutto nella scuola, alla mortificazione della personalità dei giovani. Forse potrà sembrare presuntuoso,ma credo ohe in questo Liceo il dialogo ed il confronto siano abbastanza sviluppati, anche per la specificità delle condizioni ambientali e numeriche. Oso sperare che per alcuni questo Liceo sia stato come una seconda famiglia e per tanti potrà esserlo in seguito. Perciò ancor di più oggi credo che occorra parlare chiaramente ai giovani,dando loro supporti concreti perchè possano costruire un nuovo modello di vita culturale e sociale e possano impegnarsi per realizzarlo. Ai giovani di oggi più ohe mai occorrono certezze sul loro avvenire, che non potrà essere dato loro dagli altri ,ma sarà opera solo del loro impegno consapevole, perchè la vita diventa degna di essere vissuta sino in fondo, affinchè abbiano qualcosa di nuovo e di migliore per cui valga la pena di lottare e lavorare,costruire e creare. Compito di una Scuola Superiore è fornire loro i mezzi culturali per divenire forze vive della società stessa. E questo noi ci siamo sforzati,ci sforziamo e ci sforzeremo di fare in questo Liceo. Una verifica diretta, anche se non definitiva, del nostro lavoro si ha ogni anno, con gli esami di maturità, dove i giovani di questa sezione staccata hanno sempre ben figurato,evidenziando talvolta doti di spiccata personalità. Ma la vera verifica ed il maggior motivo di soddisfazione,permettetemi di dirlo,è nel perpetuarsi dei rapporti interpersonali che sono continuati con tanti di noi anche dopo la scuola,per tanti anni,e da questi contatti continui è scaturita in me l’idea di questa modesta manifestazione,ma per me,credetemi, ricca di un significato profondo,che va al di là delle parole. Ho ritenuto che in un ambiente così piccolo come il nostro non potesse andare disperso un patrimonio d’amicizia,di rispetto,di simpatia,di dialogo,talvolta di complicità che si realizza nella classe e tra questa e l’Insegnante. Mi auguro che anche voi abbiate provato l’emozione che io ho provato nel ritrovarmi in mezzo a voi. Mi sono illuso di essere quello di 16,15 anni fa e via via, attraverso i vostri visi e le vostre strette di mano sono ritornato ad oggi,ed è stato molto bello e di ciò vi ringrazio di cuore. Mi auguro di poterci ancora rivedere per tanti anni con l’amicizia e la stima di sempre,ma soprattutto con affetto, perche, parafrasando un celebre detto, quand’ anche avessi la forza per smuovere le montagne,se non avessi amore,non avrei nulla !                                                                       Domenico  Crea

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