SCOPERTA ED EVOLUZIONE DELLA SCRITTURA
Ho letto recentemente su L’Espresso un articolo, che mi ha fortemente interessato, sull’origine della “Scrittura”, sul “Libro” e sulla “stampa”, con notizie che francamente ignoravo, come penso molti dei lettori, per cui ho avvertito la voglia di approfondire, da testi ed Internet.
Un certo Nonno di Panopoli, nato in Egitto nel 5° secolo d.C., racconta che un tal Cadmo fu colui che creò la scrittura.
Costui portò in Grecia la combinazione ordinata di vocali e consonanti, per cui la scrittura alfabetica si rivelò uno strumento sintetico e molto efficace.
La “scrittura”, quindi, diviene “una voce” che coabita con l’oralità, propria degli Dei, che però non scrivevano, cosicché rende vivo e parlante ciò che invece sarebbe stato disperso nel gorgo del passato, che tutto risucchia.
Memoria, quindi, scrittura e pericolo di dimenticanza, sono i cardini di un’intuizione davvero molto bella, cui, conseguentemente si lega poi il libro come figlio della scrittura, come affermava Umberto Eco: .
Il libro è dunque un’opera “finita”, “riproducibile”, e può contenere più informazioni della memoria, per cui un insieme di libri può diventare l’enciclopedia di ogni comunità.
Il libro perciò non è mai solo, ma è sempre “plurale”, i libri, e contiene tanta memoria, perciò, come scriveva Emmanuel Levinas prigioniero in un lager nazista, .
Le biblioteche dei monaci medioevali continuarono la trasmissione del sapere raccolta nei libri, ed il politico e letterato romano Cassiodoro (morto intorno al 580) compilò un trattato di ortografia per aiutare i monaci a copiare correttamente i manoscritti sulle pergamene, pelli di ovino macerate con calce e levigate, su cui si poteva scrivere su entrambe le facciate.
L’introduzione della carta nel tardo Medioevo, intorno al XIII° secolo, in sostituzione della pergamena, venne accolta negativamente dagli amanuensi, perché essi facevano molta più fatica a scrivere sulla carta, che essendo ricavata dagli stracci, non sempre era del tutto liscia, assorbiva rapidamente l’inchiostro e si macchiava con facilità, costringendoli talvolta a riscrivere l’intero foglio!
Nell’arco dei cento anni che fecero seguito all’invenzione della stampa a caratteri mobili vennero pubblicati circa 35.000 titoli; già nel 1500, quindi, era possibile creare una biblioteca universale!
Ha scritto Umberto Eco:.
I libri testimoniano che non siamo mai soli, che la nostra vita è intrecciata ad ogni altra vita presente, passata, futura, e collezionare libri risponde a un’esigenza primaria dell’uomo.
Nei tempi antichi si scriveva usando solo lettere maiuscole, staccate tra loro, come si può notare nei reperti greci e latini che precedono il Medioevo.; poi nei secoli VII e VIII si cominciò ad usare le lettere minuscole, mentre le maiuscole, soprattutto all’inizio del periodo, furono decorate con miniature ricche di colori e di figure dai copisti.
La vera rivoluzione del libro si attuò nel 1450, quando Johann Gutenberg stampò la Bibbia a 42 linee,in carattere gotico, cioè 42 righe per pagina, su due colonne.
Oggi si assiste ad una nuova evoluzione del libro, con la rivoluzione del libro elettronico, anche se il tempo sembra ancora giocare dalla parte del libro cartaceo.