Il tema lirico:NERUDA:Posso scrivere i versi più tristi stanotte

Pablo Neruda – Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Posso scrivere i versi più tristi questa notte. Scrivere, ad esempio: La notte è stellata, e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza. Il vento della notte gira nel cielo e canta. Posso scrivere i versi più tristi questa notte. Io l’amai, e a volte anche lei mi amò. Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia. La baciai tante volte sotto il cielo infinito. Lei mi amò, a volte anch’io l’amavo. Come non amare i suoi grandi occhi fissi. Posso scrivere i versi più tristi questa notte. Pensare che non l’ho. Sentire che l’ho perduta. Udire la notte immensa, più immensa senza lei. E il verso cade sull’anima come sull’erba in rugiada. Che importa che il mio amore non potesse conservarla. La notte è stellata e lei non è con me. È tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza. La mia anima non si rassegna ad averla perduta. Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca. Il mio cuore la cerca, e lei non è con me. La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi alberi. Noi quelli di allora, più non siamo gli stessi. Più non l’amo, è certo, ma quanto l’amai. La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito. D’altro. Sarà d’altro. Come prima dei suoi baci. La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti. Più non l’amo, è certo, ma forse l’amo. È così breve l’amore, ed è sì lungo l’oblio. Perché in notti come questa la tenni tra le mie braccia, la mia anima non si rassegna ad averla perduta. Benché questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa e questi siano gli ultimi versi che io le scrivo.
Mi ha molto colpito questa bella poesia d’amore di Neruda, conosciuto soprattutto per il suo impegno politico, come nei versi diretti contro i dittatori, il neocolonialismo e l’imperialismo statunitense (emblematici sono il Canto general e Incitamento al nixonicidio e celebrazione della rivoluzione cilena
L’argomento principale della sua poesia, in versi liberi, resta certamente l’amore: verso l’esistenza, verso la donna amata, verso il suo Paese, l’umanità, la natura (si veda Alture di Machu Picchu, ecc.), e verso tutto ciò che suscita in lui un sentimento di felicità.
Perciò le sue più belle poesie son quelle d’amore, come questa, nella quale è riuscito ad evocare immagini semplici ed essenziali, ma molto suggestive, che descrivono la bellezza della vita, anche quando essa fosse comunque portatrice di qualche dolore.
La poesia dunque è pervasa da un senso di smarrimento; smarrimento tra i ricordi, tra il pensiero di non amarla più, d’averla amata una volta, o forse amarla ancora e la volontà di volersi allontanare da questo tormento, con un’ultima poesia, nel senso che l’autore non la scrive per omaggiare la sua amata, ma per imprimere su carta le proprie emozioni e liberarle.
Quel verso ripetuto più volte “posso scrivere i versi più tristi stanotte” vuole evidenziare l’angosciosa condizione di chi ha amato e poi perduto, ma non per questo dimenticato, l’oggetto del suo amore; un amore breve, come possiamo intuire dal verso: E’ così breve l’amore e così lungo l’oblio.
Il poeta ci descrive poi i pochi ma piacevoli momenti trascorsi con lei in una notte come quella , che adesso gli riporta alla mente sensazioni forti provate allora, per cui, anche se per un attimo, avverte una certa malinconia.
Ricorda infatti che in notti come questa l’ha amata e baciata, ma ora l’immagina tra le braccia di un altro, quindi affiora l’incertezza di amarla ancora o non più.
Ed il vuoto che avverte per l’assenza di lei durante la notte si dilata e rende le ore notturne ancora più lunghe e foriere di rimpianti.
Così quest’ apparente contraddizione (l’amo ancora/non l’amo più) nell’animo del Poeta fa sì che la poesia ci appaia profonda e vera, generando anche in noi un po’ di malinconia per un bene che ha lasciato in noi forti emozioni, ma ormai irrimediabilmente perduto

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