Democrazia oggi
Negli ultimi tempi, e non solo in Italia, si è verificata un’accentuata trasformazione delle classi dirigenti: nelle sedi istituzionali, al politico si affiancano o a volte decidono, altri poteri, non ancora istituzionalizzati: i tecnici, i burocrati, gli esperti in varie discipline, le lobbies economiche, la mafia.
Chi analizza oggi la politica non parla più di democrazia ma di tecnocrazia.
Altri puntano sulla morte delle ideologie politiche e sul tramonto dei partiti.
Altri ancora comprendono che la democrazia, nel senso di effettiva e diretta partecipazione delle masse alla guida del potere è ormai una fandonia acclarata, un vessillo logoro: di fatto, invece, ci troviamo in presenza di una democrazia spesso lassista, ma capace di generare un regime comunque dispotico, anche se distante mille miglia dai vecchi totalitarismi violenti, inaccettabili oggi, ma in grado di operare in modi meno evidenti e più raffinati, non più coartando la libertà, ma semplicemente rendendola inefficace.
Per conseguire questo risultato occorre :
a) una grande disponibilità economica;
b) il controllo dei mezzi di produzione (Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Confedilizia, Conf….;
c) la manipolazione dell’opinione pubblica attraverso l’uso appropriato dei mezzi di comunicazione di massa.(Vedi precedenti riflessioni)
E quindi, in una società di tal fatta, per evitare di essere sempre manipolati, c’è ancora la possibilità di ritagliarsi, che so, nel Sindacato, nelle Associazioni, nei Circoli culturali, un ruolo di antagonista e non apparire subito un visionario Don Chisciotte o un ripugnante menagramo?
Io credo di no, amici e pazienti lettori! Ma vorrei tanto cambiare opinione!