JACOPO DA VARAGINE: LEGENDA AUREA
la sacralizzazione del tempo
La Legenda aurea è un’opera di Jacopo da Varagine (1228-1298) dapprima frate domenicano e poi vescovo di Genova.
Inizialmente intitolata Legenda Sanctorum alias Lombardica Hystoria, l’opera fu presto tradotta nelle lingue volgari e conobbe una diffusione straordinaria, inferiore solo alla Bibbia.
La Legenda aurea per tanto tempo fu considerata un’opera marcatamente agiografica, perché (oltre a commemorare le principali feste liturgiche di Cristo e della Madonna) narra la vita di circa centocinquantatré santi e sante, in corrispondenza (come racconta il Vangelo di Giovanni) con il numero dei pesci pescati dagli apostoli dopo la Pasqua presso il lago di Tiberiade.
L’opera ancor oggi non ha perso la sua importanza, soprattutto per quanto concerne l’interpretazione dell’arte religiosa.
Senza la Legenda aurea, infatti, numerosi temi iconografici, che rimandano alla vita dei santi, risulterebbero di difficile comprensione.
Lo storico francese Jacques Le Goff in un interessante studio pubblicato nel 2011 ha suggerito una nuova interpretazione dell’opera di Jacopo di Varagine: «La Legenda aurea non è, come si è a lungo affermato, un’opera agiografica, bensì la descrizione e la spiegazione dei periodi successivi del tempo creato e dato da Dio all’uomo, che ha come punto centrale la nascita di Cristo».
Jacopo da Varagine procede alla suddivisione del tempo in quattro parti:
• il tempo della deviazione, che va da Adamo a Mosè;
• il tempo del rinnovamento, che va da Mosè alla nascita di Cristo;
• il tempo della riconciliazione, che va dalla nascita di Cristo alla Pentecoste;
• il tempo del pellegrinaggio (che coincide con il tempo della Chiesa), che va dalla Pentecoste fino al giudizio universale.
L’intento di Jacopo da Varagine sarebbe stato, dunque, secondo Le Goff, quello di «strutturare e sacralizzare il tempo della vita umana e accompagnare l’umanità verso la salvezza».
Piero della Francesca, che affrescò “La leggenda della Vera Croce” nella chiesa di San Francesco ad Arezzo, dove racconta varie vicende legate alla Croce di Cristo, s’ispirò alla “Legenda Aurea”.