Brevi cenni sulla Chiesa di San Biagio, sparita (insieme a tante) e dimenticata.
Dal mio libro su Mormanno (1) :
La prima certa citazione storica su Mormanno, inteso come nucleo abitato da famiglie stabili, risale al basso Medioevo, allorquando i Longobardi “nella prima metà del secolo VIII fondarono anche colonie militari come quelle di Longobardi e di Mormanno”( 2)
Questa citazione, nel testo del Caligiuri, è stata da lui rinvenuta in un documento che trovasi presso la biblioteca di Soriano Calabro.
Trattasi, evidentemente, di una notizia che pone un punto fermo e definitivo sulla nascita del nostro paese.
Probabilmente ciò avvenne ai tempi di Romoaldo II (+ 731), 7° Duca di Benevento, o di Gisulfo II (+ 750), 8° Duca.
Per colonia militare deve certamente intendersi che nei primi decenni del 700, alla sommità del fortemente scosceso e quasi inaccessibile cocuzzolo, avendo meglio attrezzato la precedente rustica fortificazione romana, i Longobardi avessero recintato uno spazio più ampio, all’interno del quale erano stati costruiti dei manufatti in pietra, come riparo per la loro guarnigione di vedetta e per qualche famiglia di pastori e contadini già insediate sul luogo o nel territorio circostante, confermando al sito il nome Murumanum.
Si può, senza tema di sbagliare molto, ipotizzare la successiva costruzione di più comode casupole sul cocuzzolo, o appena al di sotto, dello scosceso colle roccioso denominato “costa”, e di una piccola cappella dedicata a S.Biagio, vicina alla fortificazione militare, ad opera di asceti basiliani.
Tali notizie sono ancor più avvalorate dalla presenza documentata in una carta greca del 1061 di un prete Costantino titolare della parrocchia di S. Biagio,(3) come capo e coordinatore dei vari sacerdoti del territorio di Mormanno (apax papa muromanas). (4)
Nella Decima del 1324 compare di nuovo il nome della parrocchia di S. Biagio, ed il titolare di nome Vitale sembra essere ancora un prete greco; ma poco dopo, nel 1327, ne figura titolare un Marino, il cui nome sembra di origine latina. (5)
Pertanto la Chiesa originariamente era dedicata a S. Biagio e solo successivamente alla costruzione della Chiesa di S. Maria del Colle fu ristrutturata, ampliata, e dedicata all’Annunziata.
Si può perciò pensare che nella chiesa di S. Biagio venisse officiato il rito greco fino a quando la Parrocchia non venne trasferita alla Chiesa di S. Maria del Colle nel corso del XIV° secolo.>>
Ne abbiamo conferma anche dal Rev Placido Tropeano, (6) : Della diocesi di Cassano allo Ionio, di cui a quell’epoca(1324) faceva parte la vostra Maratea, i messi papali ricordano il monastero di San Biagio, costruito nei pressi di Castrovillari, dal cui abate riscossero sei tarì; la chiesa di San Biagio di Albidona, il cui rettore Marino versò un tarì; e la chiesa di San Biagio del castello di Mormanno, il cui cappellano Vitale fu tassato per un tarì e cinque grana
Prestando fede alla tradizione popolare, la Chiesa ( più probabile Cappella) di San Biagio (Sàntu Bbijàsi) fu spostata nell’omonimo attuale rione , forse dove oggi trovasi la piccola teca con la statuetta del Santo inglobata nella casa di proprietà della famiglia Cavaliere.
S. Biagio fu anche il protettore dei cardatori di lana.
A Mormanno i Cardalani, famiglia con questo soprannome, probabilmente di antica origine Valdese, è stata presente qui fino agli anni ’60, con propaggini anche a Laino, ove occorrerebbe fare delle ricerche.
Ma della Cappella ormai nessun ricordo ! Occorrerebbero ulteriori ricerche !
Lu ijùrnu di Sàntu Bbiàsi(3 Febbr), cu tèn’ancòra lìnna dafòra, si li trhàsi
A Sàntu Bbiàsi da quàcchi pirtùsu lu sòli cuminci’a trhàsi
Ma in vari testi si trovano le seguenti indicazioni sulle Chiese più antiche di Mormanno 15:
• S. Teodoro, tra Mormanno e Papasidero, risulta alla dipendenza del Carbone nel 1195. Dopo di che se ne perdono le tracce.
• S. Caterina, in territorio di Mormanno, era anch’essa alla dipendenza del Carbone nel 1195. Sembra che in questo anno non fosse più abitata da monaci, perché figura come chiesa.
• S. Cristofaro, monastero evidentemente posteriore alla morte di questo Santo, che non doveva essere lontano dal precedente. Il Chronicon Carbonense lo ricorda tra le dipendenze del monastero del Carbone nel citato diploma del 1195.
• S. Michele, che nel 1092 fu data ai Benedettini di Cava «cum vineis et terris et arboribus fructiferis et omnibus pertinentiis suis»;
• SS. Annunziata, che viene ricordata nel secolo XIV;
• S. Giovanni;
• S. Antonio Abate;
• S. Maria della Consolazione;
• S. Eufemia;
• S. Maria de Pertusa;
• S. Sofia;
• S. Biagio, sulla “Costa”, dove era Arciprete e coordinatore il Costantino, apax papa muromanas
• S. Giorgio citata nel documento del 1108;
• S. Costantino.
Com’è possibile, quindi, pensare che tutte queste Chiese, alcune con annesso cenobio, non abbiano avuto un ruolo importante nell’Eparchia del Mercurion?
Nella Vita di S. Nilo inoltre si dice che, stando il Santo nella spelonca di S. Michele e avendo bisogno di moneta, si vide costretto a discendere «al vicino cenobio di Castello», per prenderne in prestito e che, altra volta, stando nel monastero di S. Fantino e sentendo appressarsi i Saraceni, si vide costretto «ad ascendere
al vicino Castello, impossibilitato a ritornare alla spelonca di S. Michele» 16.
Ma l’unica chiesa di S. Michele nella zona è quella di Mormanno ed il Castello poteva benissimo essere il Castrum alla sommità della Costa, che offriva riparo da ogni pericolo.
Riflettiamo poi sul fatto che Mormanno, che non viene preso molto in considerazione dal Cappelli e dal Russo, era lontano dalla via Popilia e circondato da gole e dirupi quasi inaccessibili17, per cui era una scelta perfetta, oserei dire obbligata, da parte degli eremiti.
Infatti, come già detto, il territorio di Mormanno è ricco di memorie bizantine:
Nella stessa cittadina esiste ancora la via S. Sofia, ed i suoi vichi omonimi, di chiara reminiscenza greca, ma non più la chiesa.
Doveva però trattarsi di una Chiesa ben importante se quattro vichi della via principale del paese portano il nome di quella Chiesa, a ridosso della quale non è da escludere un cenobio molto frequentato.
1 D. Crea: Mormanno dalle origini alla fine del XVI secolo, Calabria letteraria editrice, Soveria Mannelli, 2008
2 M.Caligiuri: Breve storia della Calabria-Newton Compton-1996,
F.Hirsch, Il ducato di Benevento sino alla caduta del Regno longobardo, Torino,1890
G. Pochettino, I Longobardi nell’Italia meridionale (570-1080), Napoli, 1930, pp. 230-231.
3 S. Biagio vescovo di Sebaste, nell’Armenia, venne martirizzato nel 316 sotto l’Imperatore Licinio, ed il suo culto fu sicuramente portato in Occidente dai monaci suoi seguaci, che cominciarono la loro “pacifica invasione” stanziandosi in luoghi impervi e di difficile accesso. Fu sempre considerato protettore delle gola, avendo guarito miracolosamente un bambino moribondo. La sua storia è narrata nel libro “La leggenda Aurea” scritto da Jacopo da Varagine nel 1260 circa ed ebbe grande diffusione.
Archivio Diocesano Cassano J. – Padre F. Russo ;
5 ADC
6 Rev. Placido Maria Tropeano, Direttore del Monumento Nazionale Santuario di Montevergine(AV) – Conferenza del 1° Febbraio 1982: SAN BIAGIO NELLA STORIA E NELL’ARTE
15 Martire, Calabria Sacra e Profana , I; G. Robinson, History and cartulary of the greek
monastery of St. Elias and Anastasius of Carbone , Roma 1930, t. II, 70, Trincherà, Syllabus.
02_MORMANNO_IMP 24-07-2008 20:29 Pagina 48
16 Vita di S. Nilo , cit., 36.
17 G. Isnardi, Sul confine terrestre della Calabria , Napoli 1930; E. Folieri, La vita inedita
di S. Fantino il giovane , Napoli 1969.