Pregi e pericoli dei Mass Media 1 (Gennaio 2010)

Pregi e pericoli dei Mass Media 1 (Gennaio 2010)
I mezzi di comunicazione di massa e, più in generale, il sistema delle telecomu­nicazioni costituiscono un settore ove i recenti sviluppi della tecnologia e della scienza si son fatti sentire in modo rilevante, accrescendo a dismisura le loro potenzialità.
Le trasmissioni via etere, i collegamenti via satellite, hanno consentito di annullare pressoché le distanze, per cui, grazie alle riprese «in diretta» è possibile non solo essere informati, ma addirittura assistere a fatti ed eventi che avvengono in un punto qualsiasi del nostro pianeta.
Questo ha ridotto il nostro mondo a una sorta di grande villaggio, ove tutto è sotto gli occhi di tutti e le notizie rimbalzano da un lato all’altro, costituendo in breve elementi dell’esperienza e della cultura di quasi tutti gli abitanti del Globo.
I vantaggi, ovviamente, sono enormi: la maggiore conoscenza che i popoli hanno gli uni degli altri educa alla tolleranza, all’accettazione positiva delle diversità di cultura, di costumi, di modi di vivere; accresce il senso di fratellanza e di solidarietà degli uomini tra loro e, con questo, un più autentico senso di democrazia, ancora, comunque, poco diffusa fuori dell’Europa.
Le diversità di costume, di cultura, di lingua, tendono ad essere sorpassate: l’inglese tende a diventare sempre più la lingua di tutti, inserendosi e ibridando le lingue nazionali e facendosi ibridare a sua volta da quelle.
Aspetti indubitabilmente positivi, se sommati ad altri che positivi non sono e che, in diversa misura, preoccupano gli studiosi, portandoli ad assumere atteg­giamenti diversi di fronte al fenomeno mass media.
La società contemporanea non si è ancora resa conto pienamente della rivoluzione prodotta dai media, specie per quel che concerne la sfera psichica, intellettuale e sociale delle masse: essa finora si è preoccupata dei messaggi diffusi dai media, dei modi e delle tecniche della diffusione, mentre la vera rivoluzione, il vero messaggio nuovo sta appunto nei media: «il medium è il messaggio».
Sulla sponda opposta si sono posti invece alcuni moderni filosofi tedeschi, trapiantati negli USA: Horkheimer, Adorno, Marcuse.
Quest’ultimo, ad esempio, sostiene che i mass media sono molto utili per  reprimere gli istinti di rivolta di individui e gruppi sociali.
Essi danno a intendere di poterci muovere sul piano della libertà e dell’uguaglianza (tutti possiamo avere le stesse notizie, tutti possiamo assistere agli stessi spettacoli, ecc), ma in realtà fanno esattamente il contrario e costituiscono una specie di oppio per le libere coscienze.
Le masse, così, preoccupate per l’esito di una partita di calcio e le notizie sui protagonisti, o tutte prese a imitare il divo o la diva del momento, seguire il gossip o la moda, si distraggono dal resto e si adeguano remissivamente al Sistema che li governa.
Il risultato è una società docile, abbastanza soddisfatta, che pensa alla identica maniera, desidera le stesse cose, vive secondoi medesimi standard.
Una società, insomma unidi­mensionale.
La vita così, mentre apparentemente si arricchisce di cultura, di vantaggi economici, di possibilità partecipative, in realtà si impoverisce di pro­blematicità, sbraita per il rispetto dei diritti di tutti (uomini, animali, natura, Terzo Mondo), ma nell’intima sostanza diventa sempre più schiava, ipocrita, disumana.
Chi ha ragione?

 





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